Meccanismi laringei vs meccanismi glottici: una integrazione

Relatori

11-10-2019 - 09:00

I meccanismi vibratori laringei descritti e noti sono quattro: M0; M1; M2 ed M3. L’attuale classificazione, proposta da Roubeau e coll. nel 2007, prevede una suddivisione dei meccanismi vibratori laringei sulla base di caratteristiche acustiche (spettrografiche) ed elettroglottografiche. 
Nella fattispecie, gli autori francesi forniscono tale definizione: “I meccanismi vibratori laringei sono le diverse configurazioni del vibratore glottico che consentono la produzione dell’intero range frequenziale della voce umana. Questi meccanismi, quattro in tutto, sono classificati dal grave all’acuto e numerati da zero a tre. Il range frequenziale prodotto da due meccanismi vicini può sovrapporsi parzialmente.  Il suono prodotto da uno stesso meccanismo può presentare grandi variazioni di timbro e intensità. Le modifiche di timbro e le sensazioni propriocettive a cui essi sono associati contribuiscono alla determinazione dei registri”. Questa classificazione si riferisce alle differenze di durata del contatto glottico e grado di coinvolgimento del cover durante i cicli vibratori ma non tiene conto delle possibili variabili, terminologicamente differenziate a livello percettivo nella didattica, legate allo stato adduttorio glottico.  La ricerca qui presentata nasce dalla necessità di integrare la classificazione menzionata con correlati endoscopici (laringostroboscopici) e di integrare alla teoria dei meccanismi vibratori laringei lo stato dell’assetto glottico. Sono state condotte analisi acustiche a mezzo di spettrografie e inverse filtering, nonché analisi endoscopiche su alcuni volontari sani.  Sono state avanzate ipotesi fisiologiche. Dato che in alcuni casi il risultato percettivo acustico differenziale è dato non dalla relazione sorgente-filtro, ma da modifiche di comportamento che avvengono sul piano glottico, suggeriamo di affiancare alla divisione in meccanismi laringei, una suddivisione anche del comportamento glottico adduttorio. Ad esempio nella modalità M2 è stata fatta la differenziazione tra falsetto posturale e muscolare, cioè suono pulito con adduzione completa rispetto a suono soffiato con insufficienza glottica posteriore (che corrispondono nella didattica specifica dell’EVT rispettivamente al cry e al falsetto, in quella italiana a falsetto pulito o muscolare e falsetto soffiato o posturale), mentre un atteggiamento adduttorio ipercinetico posteriore darebbe luogo allo stop closure falsetto o damping.  Indipendentemente dal lavoro di sorgente effettuato dal cover cordale durante la vibrazione, possiamo dunque avere tre diversi stati adduttori che vanno a evidenziare percettivamente una differenziabile resa acustica. Una differenza che è sempre relativa al comportamento della sorgente. 
Includendo quindi negli abbinamenti tra meccanismo laringeo (correlato al tempo di contatto glottico e grado di coinvolgimento del cover) anche un determinato atteggiamento glottico adduttorio potremo avere:
  • In M1, dove il tempo di contatto supera il 40-42 % del ciclo vibratorio: 
  1. In condizioni di atteggiamento adduttorio normale e completo una resa spettrale percettivamente definita come voce piena (o meccanismo pesante, secondo la vecchia nomenclatura), a sua volta in consonanza di petto e di testa in relazione allo stato del vocal tract con le sue relative propriocezioni corporee; oppure anche voce piena aperta e coperta in relazione alla ricerca di una ampiezza trasversale o verticale del vocal tract.
  2. In caso di insufficienza adduttoria, ad esempio per fonastenia, avremo fuga d’aria glottica
  3. In caso di iperadduzione avremo ipercinesia fonatoria tipica delle disfonie muscolo-tensive
  • In M2, dove il CQ è inferiore al 40-42 %,  potremo avere un comportamento glottico differenziato tra:
  1. Una condizione di normale e completa adduzione dando luogo percettivamente a suoni in falsetto 
  2. Una condizione di insufficienza adduttoria posteriore riconoscibile percettivamente come falsetto posturale o soffiato
  3. Una insufficienza adduttoria ovalre riscontrabile percettivamente in quello che viene definito come registro di flauto
  • In M3, in cui vengono inglobati tutti i suoni in registro di fischio, si potrà distinguere tra:
  1. fischio laringeo (in condizioni di normoadduzione) con minimale attività vibratoria di bordi liberi paralleli 
  2. stop closure whistle realizzato in iperadduzione e considerabile come estrema conseguenza tensionale dello stop clousre falsetto con improvviso passaggio tra m2 e m3.  Infine proprio per le caratteristiche di rigidità cordale senza vibrazione del cover non è realizzabile in questo meccanismo un comportamento in insufficienza glottica. 
  • In M0 potremo avere:
  1. normoadduzione , come nel fry eseguito correttamente
  2. iperadduzione, come nel fry pressato, ma qui avremo comunque già una influenza del sovraglottico
  3. una insufficienza ovalare nel growl.