L’intelligenza musicale, una verifica delle abilità percettive

Relatori

13-10-2019 - 09:00

Uno dei contributi più importanti in tema di misurazione delle abilità musicali, proviene da Edwin Gordon (1927-2015), ricercatore americano nell’ambito della psicologia musicale, autore di importanti batterie di test di attitudine musicale e della Music Learning Theory. I test di Gordon rappresentano una possibilità di misurazione dell’audiation del bambino, dell’adolescente e dell’adulto, vale a dire una valutazione della loro capacità di comprendere e fruire la musica. Nessuno nasce ‘stonato’, l’utilizzo della voce in senso artistico-musicale e le possibilità di sviluppo delle capacità future del canto nel bambino, si legano ineluttabilmente al potenziale di apprendimento musicale innato e alla qualità dell’ambiente sonoro e canoro che circonda il piccolo fin dai primi mesi di vita. In ambito pedagogico risulta dunque evidente l’importanza legata alla possibilità di valutare oggettivamente e monitorare nel tempo la crescita musicale dei bambini, per rispettare e considerare con sempre maggiore attenzione le necessità individuali e personali di ciascuno, anche in un’ottica degli obiettivi e delle finalità pedagogiche, a scuola come a casa. 

Gardner presentò la teoria in Frames of Mind (trad.it.:Formae Mentis), indicò che ogni individuo possiede almeno 7 abilità mentali indipendenti o intelligenze. Secondo la sua definizione, un’operazione centrale è un meccanismo che processa le informazioni di base, fondamentalmente qualcosa (come una rete neurale) nel cervello che analizza un particolare genere di stimolo o un’informazione e li elabora mediante un processo. In Formae Mentis, Gardner asserisce che ciascuna intelligenza potrebbe avere uno o più delle seguenti operazioni centrali: L’intelligenza musicale ha come operazioni centrali Tono, ritmo, timbro ( caratteristiche della prosodia). Nella premessa del nostro studio proporremo un training percettivo logopedico-musicale per riuscire a misurare  lo sviluppo delle abilità percettive in ambito musicale.L’obiettivo è dimostrare  di come  il segnale musicale vada a coinvolgere ed attivare in maniera globale l’encefalo stimolandone la memoria di lavoro migliorando il processamento udivo a beneficio del linguaggio.