Fonetica, articolazione e aspetti onomatopeici del canto

Relatori

30-10-2015 - 08:30

«Si canta come si parla» è un detto, usato ed «abusato» da tempo, che implica un altrettanto lapalissiana conseguenza: se «si parla male… si canta male». Un approccio fonetico corretto ci può aiutare a capire il significato di un «parlar male» che fa «cantar male».
E ciò in particolar modo nei canti «classici» il cui ambito sorpassa di gran lunga gli intervalli della lingua parlata, in tonalità imposte e con emissioni accompagnate da «artifici» musicali ed articolatori che non permettono sempre la presunta naturalezza della dizione di cui si reclamano molti cantanti e pedagoghi. La fonetica ci ricorda inoltre che il linguaggio non è la funzione primaria della laringe ! Poco a poco le onomatopee melodiche espresse dall’uomo primitivo sono diventate linguaggio elaborato. Alcune onomatopee, come il celebre rossiniano «laranlallera», che evoca l’accompagnamento di canti tradizionali (liguri o sardi!) «a trallallera», con consonanti più o meno geminate, sono dei veri e propri gioielli articolatori
che facilitano il funzionamento dello strumento fonatorio.