La voce epica

Relatori

23-11-2013 - 08:50

Nel linguaggio in uso nel teatro, in special modo in Italia, per "voce epica" si intende quel particolar modo di impostare la voce dell'attore su una nota piuttosto acuta del proprio registro e di usare con prevalenza i risuonatori della testa. Tale uso della voce nella recitazione si chiama anche "in terza persona" o "straniato".

E' quella tipica voce che tutti emettono allorché debbano raccontare un evento che appartiene al passato o quando si debbono riportare frasi e discorsi espressi da qualcun altro. La voce epica si è sempre emessa, da attori e non, bisogna però attendere i primi decenni del secolo scorso per averne una definizione ed una teorizzazione da Bertolt Brecht. La "voce epica" attiene dunque alla recitazione epica, ed essa al Teatro Epico, quel tipo di teatro che obbliga lo spettatore a rispecchiarsi nell'azione, risveglia la sua volontà, lo costringe a decidere. Esso è l'antitesi al teatro aristotelico: non c'è illusione, non c'è catarsi, non c'è volontà di intrattenimento.